Ora d'aria
l'Unità, 2 ottobre 2008
L’altra sera, a “Porta a Porta”, Rosy Bindi e Di Pietro contro Gasparri e Verdini.
A un certo punto, però, colpo di scena. Gasparri avverte Di Pietro:
“Attento che Vespa di Giustizia se ne intende”. Qualcuno intravede
un’allusione alla sua signora, la giudice
Augusta Iannini,
già intima di Squillante e dunque promossa da Castelli, Mastella e Angelino Jolie a direttore del ministero della Giustizia.
Bruno Vespa, in arte Fede, capisce al volo:
imparziale come sempre, si unisce al duo Pdl e comincia a pestare Di
Pietro. Tre contro uno. Tema: i processi al Cainano: “Se Berlusconi -
sostiene l’insetto - è un’anomalia, lo sono pure i 26 suoi processi,
dai quali è sempre uscito assolto”. Pari e patta. Di Pietro prova a
ricordare di averne avuti 33, di processi, ma lui si dimise da pm e da
ministro
per farsi giudicare (bella forza, era innocente), mentre il Cainano
si assolve da sè depenalizzando i suoi reati e dimezzando la prescrizione con leggi ad personam.
Vespa, aspirante Ghedini, dice che “su 26 processi, 4 sono in
corso, 4 sono finiti in prescrizione e 18 in assoluzione”. Tutti
“successivi alla discesa in campo”. Parla di appena “4 leggi ad
personam”. E sostiene che, per le tangenti alla Guardia di Finanza,
“Berlusconi è stato assolto con formula piena”, mentre “il caso di
Lentini al Milan era analogo a quello di Dino Baggio alla Juve, ma
Agnelli non fu nemmeno chiamato a testimoniare, mentre Berlusconi fu
condannato”.
Cinque balle in cinque frasi.
1)
Le leggi ad personam sono 16: decreto Biondi, Tremonti,
rogatorie, falso in bilancio, Cirami, Maccanico-Schifani, ex-Cirielli,
Gasparri, salva-Rete4, Frattini, condoni fiscale e ambientale,
Pecorella, bloccaprocessi, Alfano, prossimamente intercettazioni.
2)
Prima della discesa in campo, Berlusconi era già stato indagato
nel 1983 (poi archiviato) per traffico di droga e imputato nel 1989 per
falsa testimonianza sulla P2 (colpevole, ma salvo grazie all’amnistia
del 1990); nel 1992-93 vari manager del suo gruppo erano sott’inchiesta
per i fondi neri di Publitalia e del Milan, tangenti a Dc, Psi e
Cariplo. Come scrive il gip bresciano Carlo Bianchetti nel 2001,
archiviando le denunce berlusconiane contro il pool di Milano:
“L’impegno politico del denunciante e le indagini ai suoi danni non si
pongono in rapporto di causa ed effetto; la prosecuzione di indagini
già iniziate e l’avvio di ulteriori indagini collegate in nessun modo
possono connotarsi come attività giudiziaria originata dalla volontà di
sanzionare il sopravvenuto impegno politico dell’indagato”. Anzi, è
probabile che sia sceso in campo per salvarsi dalle inchieste già
aperte sul suo gruppo, prevedendo che sarebbero giunte fino a lui.
3)
I processi al Cavaliere non sono 26, ma 17: 5 in corso
(corruzione Saccà, corruzione senatori, corruzione giudiziaria Mills,
fondi neri Mediaset, Telecinco in Spagna) e 12 già conclusi, più varie
indagini archiviate (6 per mafia e riciclaggio, 2 per le stragi mafiose
del 1992-’93, ecc.).
Nei 12 processi già chiusi,
le assoluzioni nel merito sono solo 3:
2 con formula dubitativa (comma 2 art.530) per i fondi neri Medusa e le
tangenti alla Finanza (“insufficienza probatoria”), 1 con formula piena
per il caso Sme-Ariosto/1. Altre 2 assoluzioni - All Iberian/2 e
Sme-Ariosto/2 - recano la formula “
il fatto non è più previsto dalla legge come reato”: l’imputato se l’è depenalizzato (falso in bilancio). Per il resto:
2 amnistie per la falsa testimonianza sulla P2 e un falso in bilancio sui terreni di Macherio; e
5 prescrizioni,
grazie alle attenuanti generiche, che si concedono ai colpevoli, non
agli innocenti: All Iberian/1 (finanziamento illecito a Craxi), caso
Lentini (falso in bilancio con prescrizione dimezzata dalla riforma
Berlusconi), bilanci Fininvest 1988-’92 (idem come sopra), 1500
miliardi di fondi neri nel consolidato Fininvest (come sopra),
Mondadori (corruzione giudiziaria del giudice Metta tramite Previti,
entrambi condannati).
4) Dunque, per le mazzette alla Finanza, niente formula piena, ma
insufficienza di prove.
5)
Il caso Lentini non era affatto analogo al caso Baggio:
Lentini fu pagato dal Milan con fondi neri extrabilancio (reato),
Baggio con una donazione personale di Agnelli (non reato). E comunque,
per Lentini, Berlusconi non è mai stato “condannato”. Ora non vorremmo
che l’imparziale insetto dovesse risponderne all’Authority o, Dio non
voglia, scusarsi in diretta. Ma non c’è pericolo:
in tv deve scusarsi chi dice la verità, non chi racconta balle. Emilio Vespa è in una botte di ferro.
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