
Bruno Contrada, già capo della squadra Mobile di Palermo, poi della Criminalpol e infine numero 3 del Sisde, è stato condannato sette mesi fa a 10 anni di reclusione dalla Cassazione per concorso esterno in associazione mafiosa: per il suo trentennale “contributo sistematico e consapevole alla
conservazione e al rafforzamento di Cosa nostra”.
Di seguito pubblichiamo una
sintesi delle motivazioni della condanna d’appello del 2006, chiesta e ottenuta dal Pg Nino Gatto e confermata dalla Suprema Corte:
792 pagine firmate dal presidente Salvatore Scaduti e dai giudici a latere Chiara Boni e Giuseppe Melisenda, che illustrano le accuse a suo carico (lanciate non solo da mafiosi pentiti, ma soprattutto da
testimoni incensurati: magistrati, poliziotti, parenti di vittime della mafia) e i riscontri che le hanno supportate (documenti, intercettazioni telefoniche, accertamenti di polizia giudiziaria). Il
testo integrale è già da qualche giorno sul nostro blog.
Sentenza Contrada INella prima parte della sentenza Contrada, i giudici esaminano le accuse mosse all’ex poliziotto dai mafiosi pentiti e confermate da documenti e testimonianze. Nella seconda parte i
pentiti escono di scena e cedono il passo a una ventina di
testimoni insospettabili.
Sentenza Contrada IIL’ultima parte della sentenza di condanna per Bruno Contrada, cominciare da
due intercettazioni molto significative.
Sentenza Contrada IIISegnalazioni
Guarda il video della presentazione di Mani sporche al Quirino, Roma - 10 gennaio 2008
No alla grazia per Bruno Contrada