
Ora d'aria
l'Unità, 30 agosto 2008
“Cari ragazzi, da oggi, grazie alla nostra eccezionale ministra
dell’Istruzione (un bell’applauso all’on. prof.
Mariastella Gelmini e
all'amato presidente Berlusconi!) cominceremo a studiare la
Costituzione della nostra Repubblica nata dalla Resistenza, approvata
60 anni fa dai nostri Padri Costituenti. Ve la racconto in poche
parole, poi la esamineremo articolo per articolo.
L’Italia è una
Repubblica democratica fondata sul lavoro e garantisce il dovere della
solidarietà.
La sovranità appartiene al popolo, dunque nessuno può
eleggersi da solo.
Tutti i cittadini sono eguali dinanzi alla legge,
senza distinzioni di sesso, razza, religione, idee politiche,
condizioni personali o sociali: sia bianchi, sia neri, più o meno
ricchi o potenti che siano. Se uno viola la legge, ne risponde alla
Giustizia, foss'anche il capo del Governo.
La Repubblica è una e
indivisibile, dunque niente Padanie o separatismi o secessioni.
Promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca, perché l’arte e la
scienza sono libere.
Lo Stato e la Chiesa sono indipendenti e sovrani.
Dunque il Vaticano non può dare ordini al Governo o al Parlamento.
La
scuola privata è autorizzata, ma senza oneri per lo Stato. Lo straniero
che viene da paesi dittatoriali ha
diritto di asilo.
L’Italia ripudia
la guerra come strumento di offesa ad altri popoli e di risoluzione
delle controversie internazionali: per dire, non possiamo attaccare
altri stati sovrani, tipo Serbia, Irak o Afghanistan.
La bandiera è il
tricolore e tutti devono rispettarla, a cominciare dai ministri.
Tutti
hanno
diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero e la
stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure, nemmeno
quando pubblica verbali o intercettazioni.
Il lavoratore ha diritto a
un salario proporzionato al lavoro che fa e sufficiente ad assicurare a
sé e famiglia un’esistenza libera e dignitosa. Ergo, niente precariato.
Tutti i cittadini devono pagare le tasse per concorrere alle spese
pubbliche in proporzione ai loro redditi.
Chi ricopre funzioni
pubbliche ha il dovere di adempierle con disciplina e onore (il che
esclude imputati, condannati e anche prescritti: alla prescrizione si
rinuncia per farsi assolvere nel merito, altrimenti dimissioni).
Ogni
parlamentare rappresenta l'intera Nazione senza vincolo di mandato. Il
Presidente della Repubblica rappresenta l'unità nazionale e giura al
Parlamento
fedeltà alla Repubblica e alla Costituzione: quindi non può
firmare leggi incostituzionali. E' lui che nomina il Presidente del
Consiglio e, su proposta di questo, i ministri. Dunque se un ministro
fa pena o è imputato o non è degno della carica, la responsabilità è
anzitutto del Quirinale. Il Presidente del Consiglio e i ministri sono
sottoposti, per i reati commessi nell'esercizio delle loro funzioni,
alla Giustizia ordinaria: cioè
devono essere processati come gli altri
cittadini. La
Pubblica amministrazione deve ispirarsi al principio di
imparzialità, perciò vi si può accedere solo per concorso pubblico.
Vietate le lottizzazioni, i favoritismi e soprattutto i conflitti
d’interessi, perchè i pubblici dipendenti sono al servizio esclusivo
della Nazione.
I giudici sono soggetti soltanto alla legge: non al
Governo o al Parlamento. Sono inamovibili. E si distinguono fra loro
solo per diversità di funzioni: una sola carriera, inseparabile. Il
pubblico ministero ha l’obbligo di esercitare l’azione penale (che
dunque è obbligatoria, non discrezionale). E gode delle garanzie
stabilite dall’ordinamento giudiziario, che è unico per tutti i
magistrati.
La magistratura è un ordine autonomo e indipendente da ogni
altro potere. Si autogoverna attraverso il
Csm: oltre al capo dello
Stato che lo presiede e al primo presidente e al procuratore generale
della Cassazione, gli altri membri sono eletti per due terzi dai
magistrati e per un terzo dal Parlamento.
I processi devono avere una
ragionevole durata. Le leggi incostituzionali vengono cancellate ipso
facto dalla
Corte costituzionale, che è lì apposta. La Costituzione non
può essere modificata con leggi ordinarie, ma solo con leggi costituzionali,
approvate due volte da ciascuna Camera e, se non ottengono i due terzi
dei voti, sono sottoposte al referendum popolare confermativo.
Dimenticavo:
è vietato riorganizzare in qualsiasi forma il disciolto
partito fascista… Tutto chiaro, ragazzi? Domande?”.
Voce dal fondo
dell’aula: “
Scusi, prof, ma di quale paese sta parlando? Perché per un
attimo ho avuto l’impressione che si riferisse all’Italia. Nel qual
caso, mi scusi, ma non è che niente niente ci stava prendendo un
tantino per il culo?”.
(Foto di ratatuiadotnet da flickr.com)
SegnalazioniRoma, 3 settembre - ore 21
Dibattito in occasione dell'uscita del Bavaglio, il libro di Peter Gomez, Marco Lillo e Marco Travaglio, con introduzione di Pino Corrias.
Con gli autori interverranno Paolo Flores d'Arcais e Sabina Guzzanti.
Teatro Vittoria, piazza Santa Maria Liberatrice, 8
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Evento a cura della Libreria del Testaccio - VivalibriLe immersioni pericolose - La nuova puntata di Toghe rotte, la rubrica sulla giustizia di Bruno Tinti