Vanity Fair, 19 giugno 2008 Comunque la si calcoli
la contabilità sulla Sicurezza non torna mai. In Italia ci sono
600 omicidi l’anno, più o meno quanti nella sola città di Los Angeles. Eppure la sensazione diffusa è l’assedio, il campo di battaglia, la
perpetua notte dei morti viventi che ci aspetta al di là della soglia di casa, appena oltrepassate le telecamere che ci sorvegliano e ci proteggono. Il volto del sindaco
Letizia Moratti, prosciugato dalla tensione, non fa che confermare l’allarme. Non bastano più i 100 mila poliziotti, né i 100 mila carabinieri.
Ci vuole l’esercito: 2.500 ragazzi ben armati. Da distribuire come? Uno ogni 3 comuni (che sono 8 mila)? Ma allora perché non arruolarne 25 mila?
Eppure. Se è davvero la sicurezza a ossessionarci, come mai non altrettanta attenzione è dedicata a
quella sul lavoro? Nelle fabbriche e nei cantieri si muore più del doppio,
1300 salme l’anno, con fiammate anche spettacolari, come l’anno scorso alla Thyssent e l’altra settimana a Catania, con i telegiornali che lacrimano e i politici che portano i fiori della solidarietà e dell’indignazione da prima serata. Come mai il ministro
Ignazio La Russa non ha ancora proposto l’impiego dei
Bersaglieri a vigilanza dei cantieri? O quello dei Lagunari per stanare i reclutatori di manodopera clandestina? Gli operai liquidati per asfissia valgono meno di un tabaccaio ucciso per rapina?
E la mafia, la camorra, la ‘ndrangheta? Perchè ci spaventano meno dei nomadi che lavano vetri, chiedono l’elemosina, rubano qualche portafoglio? E perché non ci allarma, ma anzi incassa consensi crescenti,
un governo che organizza leggi contro i magistrati, dimezza i tempi delle prescrizioni, allestisce trappole contro le intercettazioni? Dovrebbero essere le incongruenze (e la potenza della
propaganda) a farci un po’ di
paura.
ADERISCI ALLA CAMPAGNA